Il Teatro delle Scelte. Riaprite il Teatro Rossi Aperto!

Dopo 8 anni, 3 mesi e 24 giorni il Teatro Rossi Aperto è chiuso. È stato chiuso. Questi otto anni avevano interrotto un abbandono e una chiusura lunghi 60 anni. Le porte di ingresso sono state blindate con pannelli di acciaio e lucchetti, in una anonima e fredda mattina: 20 gennaio dell’anno pandemico 2021. Apprendiamo dai giornali che il Demanio, con questa blindatura a tempo indeterminato, “ripristina la legalità”.

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Gli incompiuti

Di Giulia Presutti, da Report 18/04/2022

Dal 2012 ad oggi il Teatro Rossi Aperto ha ospitato oltre 600 eventi tra spettacoli teatrali, concerti, danze, proiezioni cinematografiche, presentazioni di libri, installazioni, mostre, manifestazioni di beneficenza, assemblee di promozione sociale, spettacoli per le scuole, festival di varie discipline, laboratori attoriali e di vario altro genere, e tanto altro ancora.

Il teatro si è fatto ospite, in continua metamorfosi, di temi che hanno trovato una precisa declinazione culturale: diritti civili, diritti sociali, migrazioni, disuguaglianze, funzione pubblica dell’arte e della bellezza hanno avuto uno spazio di rappresentazione e narrazione per tante soggettività. Queste attività sono state possibili grazie all’impegno e alla passione della cittadinanza attiva.

L’esperienza dapprima dell’assemblea di gestione del Teatro Rossi Aperto, poi dell’associazione, infine dell’Assemblea Costituente, ha dato un palcoscenico alla cultura e all’arte, all’impegno di realtà emergenti come di realtà affermate, alle iniziative animate da tutta la città e aperte a tutta la città. Un teatro, a Pisa, che ha tenuto dentro tanti pezzi di mondo, che ha parlato tante lingue, compresa quella di un dialogo aperto con le istituzioni.

Di illegale, in questo, non vediamo nulla. Vediamo invece il ruolo di supplenza che abbiamo svolto, volenti o nolenti, per otto anni come Associazione, e negli ultimi 3 mesi come Assemblea Costituente che vede impegnate diverse realtà cittadine con la ferma volontà di far vivere il teatro. Continuiamo a svolgere il compito di non cedere alla frammentazione sociale, a continuare a ritessere le fila della solidarietà, a rispondere al bisogno politico di fare cultura collettivamente e pubblicamente - come l’acqua, come l’aria. Un po’ di possibile per non soffocare.

Ma il possibile non viene da sé, e se da parte delle istituzioni ci si aspetta che con la fine dell’emergenza sanitaria magicamente si tornerà a una normalità che era di per sé un problema, non si è forse compreso quanto profonda sia la crisi che stiamo attraversando. Quanto sarà lunga l’onda dello tsunami che investe oggi tutto il settore della cultura e dello spettacolo.

Chiudere il Rossi è un attacco alla collettività, ma è anche il frutto di una grave mancanza di visione politica che rinvia a domani ciò che andava fatto ieri.

In questi anni, Pisa si è innamorata di questo teatro. Anzi, sarebbe riduttivo fermarsi alla sola Pisa. Dopo l’amara meraviglia che quella blindatura suscita, ci sentiamo di lanciare un appello.

“Come l’acqua, come l’aria”, recitava uno striscione che quasi dieci anni fa appariva nel centro di Roma. Lo storico Teatro Valle diventava Occupato sull’onda di un grande movimento nazionale che rivendicava l’accesso pubblico e l’utilità collettiva dei beni comuni. Un anno e qualche mese dopo, il 27 settembre 2012, il Teatro Rossi diventava Aperto sulle stesse premesse.

L’11 agosto 2014 viene sgomberato il Teatro Valle, che risulta ancora oggi chiuso; segue lo sgombero del Cinema Palazzo nelle ultime settimane dell’anno trascorso e, nelle prime settimane di quest’anno, anche il Teatro Rossi chiude forzatamente i battenti. Tutto ciò avviene proprio mentre le necessarie misure anti-covid fanno da deterrente naturale a qualsiasi forma di risposta sociale e politica.

È chiaro, però, che come il retroterra che ha generato l’attuale Assemblea Costituente viene da lontano, i problemi a cui cercava di rispondere sono più antichi della crisi sanitaria. E non è più pensabile rimandare i problemi in attesa di soluzioni che non verranno, pur di non confrontarsi con i tentativi di soluzione che possono già esistere, anche alla luce di una così lunga esperienza.

Caro Demanio, caro Comune, cara Prefettura, cara Regione, cara Soprintendenza, cara città tutta, per otto anni abbiamo tenuto Aperto il Teatro Rossi. Sembrava impossibile, ma l’abbiamo fatto lo stesso. Lo striscione apparso sul fianco del Teatro il 27 settembre 2012 recitava: “cosa può il Teatro Rossi Aperto”. Un’affermazione, più che una domanda. Può la scelta delle istituzioni stare tutta nelle immagini che abbiamo visto nelle ultime ore? Le porte blindate dell’ingresso di un teatro, la desolazione aggravata dal clima di emergenza sanitaria e sociale che stiamo vivendo, la chiusura del futuro e del passato che ha animato il Rossi.

Rompete questo silenzio, fate la scelta giusta, riaprite il Teatro Rossi.

È una necessità, è un impegno verso la città e verso chi negli scorsi anni vi ha profuso amore e dedizione. Come l’acqua, come l’aria.

(English version)

Pisa. On a dull and cold January morning of the Pandemic Year 2021, the 250-years old Baroque theatre was locked, its gates now shut. The government has “restored the law” using steel panes, bolts, and locks.

The Theatre “Ernesto Rossi” had laid abandoned for more than 60 years, forgotten and rotting. In fall 2012, a crowd of proud and loving citizens opened and cleaned up the ancient building, which became the Teatro Rossi Aperto (Open Rossi Theatre).

For eight years, three months, and 20 days, the TRA hosted theatrical plays, music concerts, installations, exhibitions, book presentations, charity events, workshops, movie screenings, and an international short film festival.

Was the law broken? We (most definitely) don’t think so. We had the duty to give back to culture, arts, and above all to people the stage they deserved — and needed. A crossroads of arts, languages, and relationships, the TRA has always kept an open channel with the local and regional government. Fruitlessly.

Meanwhile, Pisa fell in love with the TRA, the city’s oldest theatre. Whoever got the chance to step in or glance at it was left in bliss, citizens and international guests alike.

“Just like water, just like air,” read a banner hanging outside the Theatre Valle in Rome in June 2011. The occupation of the Valle prompted a national cultural and political wave claiming culture was a common good.

This wave caused many other abandoned cultural places to reopen. All of them now shut, the TRA being the last one.

All this happens in the middle of a health crisis that is forcing people apart. Origins of social fragmentation, though, are older than Covid19: the TRA was stubbornly practicing a solution to that, trying to satisfy a common need, just like water, just like air. Taking advantage of the anti-covid measures, the government has chosen to dash any hope for the future.

The TRA was a Theatre of Choices, and it still is. Some choose to abandon and forget, some to open and share. Make the right choice, let us reopen the Teatro Rossi, sign our petition!

Primi Firmatari

Salvatore Settis (archeologo e storico dell’arte, SNS) Lucia Tomasi Tongiorgi (storica dell'arte) Chiara Bersani (attrice, performer) Adriano Prosperi (storico, SNS) Silvia Pasello (attrice) Tomaso Montanari (storico dell’arte, Università per gli stranieri di Siena) Silvia Calderoni (attrice, performer) Enrico Casagrande, Daniela Nicolò (compagnia Motus/dir. artistica Santarcangelo festival) Teatro Cantiere Florida/Multiresidenza FLOW Paolo Benvenuti (regista e sceneggiatore cinematografico) Anna Barsotti (storica del teatro, Unipi) Alfonso Maurizio Iacono (filosofo, Unipi) Marco Rovelli (scrittore, artista) Massimo Bucciantini (storico della scienza, Unisi) Enrico Frattaroli (regista teatrale) Auser Musici Carlo Ipata (direttore d’orchestra e compositore) Tony Berchmans (Cinepiano/pianista e creatore di colonne sonore) Pierpaolo Corradini (AUSER musici) Athos Bigongiali (scrittore) Giorgio Consoli (musicista e attore) Andrea Inzerillo (direttore artistico Sicilia Queer filmfest) Marco D’Agostin (danzatore e coreografo fondatore dell’associazione culturale Van) Jean-Guy Lecat (scenografo) Archivio Zeta (compagnia teatrale) Giuseppe Isgrò (regista teatrale) Phoebe Zeitgeist (compagnia teatrale) Alessandro Iachino (critico e organizzatore teatrale) Eva Marinai (docente di storia del teatro, UniPi) Enrico Di Pastena (docente di letteratura spagnola, UniPi) Vinzia Fiorino (storica, UniPi) Maurizio Ambrosini (docente di storia e critica del cinema, UniPi) Dario Danti (assessore alle cultura del Comune di Volterra) Elisabetta Maulo (musicista) Lo Stato Sociale (band musicale) Jukka Reverberi (musicista) Titta Nesti (musicista) Tommaso Novi (musicista) Alessio Lega (musicista) Roan Johnson (regista) Daniele Parisi (autore e attore) Claudio Morici (scrittore e performer) Andrea Salvadori (musicista) Francesco Martinelli (storico del jazz) Mario Spallino (attore, fondatore della compagnia teatrale di Emergency) Volontari del Gruppo Emergency Pisa Sara Soncini (anglista UniPi) Mamadou Dioume (attore-formatore Peter Brook) Ilaria Gaspari (scrittrice) Renata Pepicelli (storica UniPi) Ilaria Pavan (storica UniPi) Max Collini (musicista) Legambiente Pisa Daniele Ninarello (danzatore e coreografo)

Firmatari

Grazie. ♥